Non solo vacanza. La Romagna è anche una terra ricca di luoghi consacrati al culto del maligno con monumenti esoterici e misteriosi. Così se l’Emilia ha dato i natali alla Saponificatrice di Correggio, la Romagna nella storia del genere ricorda la Setta degli Accoltellatori di Ravenna. Ma la Romagna non è da meno anche per le storie di fantasmi con i suoi mille castelli arroccati in questa terra.

Partiamo alla scoperta di queste storie da brivido con il castello di Cuserculi tra fantasmi e sfere luminose. Su un imponente sperone di roccia calcarea lungo la vallata del Bidente, nel Comune di Civitella di Romagna, sorge l’inquietante castello dei Conti Guidi. Ammantato da una luce sinistra, la gente del luogo racconta storie di attività paranormali che gelano il sangue. C’è chi ha visto ombre sinistre dietro le grate delle finestre della torre dei fantasmi e chi ha udito rumori di catene e musiche demoniache provenire dall’adiacente chiesa di San Bonifacio. A rafforzare l’ipotesi della presenza di fantasmi e sfere luminose ci sono stati diversi sopralluogo di ghost hunters che in questi luoghi hanno rivelato attività paranormali.

Passiamo poi al Corridoio dei Fantasmi della Rocca Malatestiana di Cesena dove si manifestano apparizioni di spettri, rumori inquietanti e voci misteriose. Si tratta di un camminamento interno alla Rocca che porta alla Sala delle Torture, dove si tenevano terribili interrogatori e atroci torture.

Ci spostiamo nell’antico Castello di Montebello, in provincia di Rimini, dove abita il fantasma di Azzurrina. Nella seconda metà del XIV secolo scomparve misteriosamente una bambina: Guendalina Malatesta. Era una bambina albina, con i capelli bianchi. I genitori non le permettevano l’uscita dal castello, infatti nel Medioevo l’albinismo era considerato fonte di sospetto, paura, stregoneria e morte atroce. La notte del 21 giugno 1375, durante un temporale, Azzurrina stava giocando all’interno del castello con una palla che rotolò giù per una scala, la bambina le corse dietro e sparì nel nulla. Da quel giorno, ogni 5 anni, il 21 giugno durante il solstizio d’estate, nel castello di Azzurra appare il suo fantasma.

Rimanendo nella provincia di Rimini, si può ammirare la Rocca di Mondaino, dove si narra aleggi l’inquieto spettro del poeta Giovanni Muzzarelli, crudelmente ucciso nel ‘500 (forse per amore) tra le mura della rocca. La sua sparizione improvvisa fu attribuita alla presunta tresca amorosa con la duchessa, Elisabetta Gonzaga, moglie di Guidobaldo da Montefeltro. La storia popolare racconta che il fantasma del poeta fu visto allontanarsi a cavallo dalle mura della città.

E’ nelle stanze della Rocca di Imola che “abita” lo spettro di Caterina, che dicono si affacci alle finestre nelle notti di luna piena.

A Santarcangelo si racconta che la rocca, rinforzata dalla famiglia Malatesta che la possedette a lungo, sia abitata dallo spirito di una donna, la moglie di Giovanni Lo Zoppo, un locale personaggio dell’epoca. Il fantasma di una bianca figura femminile, nelle notti senza luna, passeggia nervosamente sugli spalti della città clementina. Questo non è l’unico mistero di Santarcangelo. In questo affascinante paese, troviamo un centinaio di grotte sotterranee, utilizzate dai cristiani e dai monaci orientali come sedi di riti misterici. Uno dei miti legati a queste grotte tramanda che erano abitate dal popolo degli adoratori del Sole: chiunque appoggi l’orecchio ai muri, può ancora sentire il suono degli strumenti metallici impiegati dagli abitanti della città sepolta.

Infine la rocca di Montefiore Conca costruita nel 1357 da Malatesta Guastafamiglia. Nel 1458 passò in mano a Federico da Montefeltro e fu allora che iniziarono a tramandarsi le prime fosche leggende. Si narra che nelle sue fondamenta fu nascosto un ingente tesoro, accumulato dall’uomo che attirò i fulmini scagliati da potenze superiori invidiose. Di questa fortezza, particolarmente colpita fu la torre denominata “torre del diavolo” su cui si abbatterono con violenza tempeste e fulmini. Non è l’unica leggenda legata a questo luogo. Nella zona in cui sorgeva il maniero, sono stati uditi, per molti anni, i lamenti notturni di una donna e di un uomo che la leggenda riconosce nelle figure di Giacomo da Raibana e Donna Costanza.